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Gangulphe-Philippe-François-Alexandre Andryane
(Jouy-le-Comte, 21 marzo 1797 – Coye, 12 gennaio 1863) è
stato un rivoluzionario e politico francese, coinvolto nelle
cospirazioni di Filippo Buonarroti in Italia, fu recluso nella
fortezza dello Spielberg dove condivise la cella con Federico
Confalonieri; graziato nel 1832, pubblicò un libro di Memorie
le cui inesattezze irritarono i patrioti italiani.
Biografia
Nato in una ricca famiglia di commerciante di origine belga,
studente in giurisprudenza nel 1814, fu un giovanissimo ufficiale
napoleonico durante i "Cento giorni" (1815). Dopo un periodo di
sperperi, nel 1820 si sottrasse ai creditori rifugiandosi a Ginevra,
dove conobbe e divenne amico di Filippo Buonarroti. Buonarroti lo
iniziò alla società segreta degli Adelfi, nominandolo
dapprima "sublime maestro perfetto" e poi "sublime eletto". Alla
fine del 1822 Andryane fu inviato in Italia a ricostituire
l'organizzazione della setta dopo il fallimento dei moti del
1820-1821 a Napoli e in Piemonte e a causa dei numerosi arresti che
si erano susseguiti nel Lombardo Veneto per i processi guidati da
Antonio Salvotti.
Il comportamento di Andryane durante la sua missione in Italia,
tuttavia, non fu all'altezza del compito. Giunto a Milano da Ginevra
il 26 dicembre 1822, il successivo 18 gennaio subì nella
propria abitazione, per opera del conte Bolza, una perquisizione nel
corso della quale gli vennero sequestrati numerosi documenti
compromettenti che avrebbero dovuto essere distrutti. Inoltre, al
contrario di quanto scriverà più tardi nelle sue
Mémoires d'un prisonnier d'état au Spielberg, Andryane
fece gravi ammissioni sull'attività della setta di Buonarroti
e sui legami con la setta dei "Federati lombardi" di Federico
Confalonieri. Processato con Confalonieri, ebbe la condanna a morte,
commutata l'8 gennaio 1824 nel carcere duro a vita da scontare nella
fortezza dello Spielberg.
Nello Spielberg Andryane condivise per otto anni la cella con
Confalonieri. Nel frattempo la cognata di Andryane, Paoline, sorella
del generale francese Merlin, si dedicò alla liberazione del
cognato dapprima organizzando tentativi di fuga, successivamente
facendo intervenire presso il governo austriaco nella richiesta
della liberazione di Andryane, numerose personalità francesi
quali La Fayette. Nel 1832 Andryane fu graziato dall'Imperatore
"piegandosi ad una istanza di famiglia". Tornato in Francia,
Andryane si stabilì a Coye-la-Forêt, dove la sua
famiglia possedeva una filanda, divenne sindaco del paese e nel 1835
sposò Jeanne-Adèle Bulan, figlia del vicepresidente
della camera di commercio di Amiens. Tentò di partecipare
alla vita politica francese, presentandosi candidato alle elezioni
per il Parlamento francese nel 1842 e nel 1846, ma senza successo.
Tornerà in Italia nel 1859 al seguito di Napoleone III
durante la seconda guerra di indipendenza.
Dopo il successo delle Mie prigioni di Pellico, pubblicate nel 1832,
Andryane scrisse le sue memorie uscite a puntate su una rivista
francese fra il 1837 e il 1838, e pubblicate in volume a Parigi da
Ladvocat nel 1838[3]. Dedicate a Federico Confalonieri (deportato in
America nel 1835), le memorie suscitarono proteste da parte dei
patrioti già reclusi nello Spielberg. Giorgio Pallavicino
Trivulzio, al confino a Praga, chiese al governo austriaco il
permesso di scrivere un libello contro Federico Confalonieri,
ritenuto da Pallavicino il suggeritore di Andryane. Confalonieri
tuttavia fu anch'esso contrariato: interruppe i rapporti di amicizia
con Andryane e fece sapere che disapprovava la pubblicazione.
Antonio Solera, accusato da Andryane di aver fatto la spia per gli
austriaci nello Spielberg, pubblicò un suo memoriale
contenente in appendice una lettera di solidarietà e amicizia
del Confalonieri, portò Andryane in tribunale per calunnia e
lo costrinse a una ritrattazione nelle edizioni successive in
francese e in italiano. In Francia le memorie di Andryane furono
considerate affidabili e adatte alla gioventù.