Eros-Thanatos

Termini greci utilizzati in ambito psicoanalitico per denominare le pulsioni di vita (Eros) in contrapposizione alle pulsioni di morte (Thanatos).

1. Il dibattito psicoanalitico. Il dualismo, a sfondo mitico, è stato introdotto da S. Freud a partire dal 1920, emancipando il termine Eros dall'uso più generico, quasi un sinonimo della sessualità, in cui fino allora il termine era ricorso, e non utilizzando mai, se non nella corrispondenza, il termine Thanatos a cui viene preferita la parola «distruzione» (-► distruttività, § 1 ): «I due princìpi fondamentali di Empedocle - philia e nệikos - sia per il nome, sia per la funzione che assolvono, sono la stessa cosa delle nostre due pulsioni originarie Eros e Distruzione, la prima delle quali tende ad agglomerare tutto ciò che esiste in unità sempre più vaste, mentre l'altra mira a dissolvere queste combinazioni e a distruggere le strutture cui esse hanno dato luogo» (1937a, p. 529).

Prima di introdurre questa contrapposizione, Freud utilizzava la parola Eros nell'accezione allargata di sessualità e intendeva il termine nello stesso senso in cui ricorre in Platone: «Vorremmo ricordare, a tutti coloro che guardano altezzosamente e con aria di superiorità alla psicoanalisi, in che misura la sessualità allargata della psicoanalisi coincida con l'Eros del divino Platone» (19()5a, p. 450). In seguito abbandonò l'uso del termine Eros per sostituirlo con pulsioni di -► vita (§ 4) nel timore che il suo impiego servisse solo a camuffare la sessualità: «Chi nella sessualità scorge qualcosa di vergognoso e di degradante per la natura umana è libero di servirsi dei più distinti termini "eros" ed "erotismo". Anch'io avrei potuto fare così fin dall'inizio e certo mi sarei risparmiato molte contestazioni. Ma non ho voluto farlo perché preferisco evitare le concessioni alla pusillanimità. Se si prende questa strada non si sa dove si va a finire; si comincia con concessioni sulle parole per finire a poco a poco con concessioni sulle cose» (1921a, p. 281).

La contrapposizione Eros e Thanatos non persuade C.G. Jung per il quale «il contrasto logico dell'amore è l'odio, e se vogliamo parlare di Eros l'antitesi è Phobos (la paura)» (1917-1943, p. 45). Dal punto di vista della tipologia psicologica, Jung oppone Eros a Logos, facendo di Eros la base della psicologia femminile, dove la relazione psichica sovrasta il bisogno di un rapporto puramente sessuale, e di Logos la caratteristica della tipologia maschile e della donna posseduta dall'animus (-+ logos).

2. Il dibattito filosofico. La coppia freudiana di Eros e Thanatos ha aperto un dibattito in sede filosofica che ha investito la nozione di desiderio, sessualità e piacere. G. Deleuze e F. Guattari ritengono che Eros e Thanatos non sono antitetici perché il primo presiede alla produzione di libere singolarità, mentre il secondo, come capacità di distruggere e cambiare assetti sociali e istituzionali, è altrettanto fecondo e creativo per cui «la pulsione di morte è una vera e propria creatività istituzionale» (1972, p. 67). Freud non avrebbe avvertito la creatività della pulsione di morte perché ha subito incanalato le pulsioni nell'ambito domestico «dando loro da consumare mamma e papà» senza aprirle al sociale dove ogni pulsione è potenzialmente rivoluzionaria. Tutto questo dipende, a parere di Deleuze e Guattari, dal fatto che Freud ha concepito Eros alla maniera di Platone come «mancanza» e non come «produzione».

A questa critica non sfugge nemmeno la revisione lacaniana della nozione freudiana di desiderio, perché se è vero che per J. Lacan si accede all'ordine del linguaggio e alla sua «produzione» attraverso la rimozione del desiderio incestuoso, non si esce dalle mura domestiche perché ci si limita a sostituire al desiderio (della madre) un segno (il nome-del-padre) rappresentante della legge.

Il rifiuto dell'antitesi Eros e Thanatos riappare in H. Marcuse per il quale Eros convertirebbe in sé ogni forza distruttiva in energia creatrice, per cui i due termini si fondono in un unico processo che, a parere di Marcuse, non deve neppure essere scisso in meta sessuale e meta sublimata perché «la sfera spirituale diventa l'oggetto diretto di Eros e rimane un oggetto libidico: non c'è cambiamento di energia né di meta» (1955, p. 226).

Anche G. Bataille rifiuta l'antitesi di Freud perché ritiene che l'essenza di Eros e del piacere a esso connesso è proprio nella gioia di distruggere, di perdere, di dilapidare in un'economia non accumulativa, come nei potlac (-► scambio, § 1 ) dei primitivi e in tutte quelle forme di consumo e spreco che Bataille chiama dépense, per cui il dispendio infruttuoso e la distruzione è ciò di cui si nutre Eros, che svolge un ruolo trasgressivo (-► trasgressione) e rivoluzionario rispetto alla cultura occidentale di tipo accumulativo e conservativo.

Vicina alla tesi di Bataille è J. Kristeva per la quale la prima rinuncia è proprio quella dell'identità sessuale in cui Eros si esprime prima della triangolazione edipica.

Anche M. Foucault rifiuta l'antagonismo freudiano creazione-distruzione connesso a Eros e Thanatos perché è di ogni creazione accadere secondo leggi ed è di ogni istanza proibitiva e repressiva il produrre impianti di regole che sono poi gli spazi in cui il desiderio storicamente si esprime. Attenuando o estinguendo l'opposizione tra pulsioni di vita e pulsioni di morte, il dibattito filosofico storicizza Freud e tende a mostrare che le categorie di cui si serve non sono «leggi eterne», ma amplificazioni di concetti storici ed epocali.