Castrazione |
(ingl. castration; ted. Kastration; fr. castration) Asportazione o danneggiamento irreversibile delle ghiandole sessuali, ossia dei testicoli nel maschio (orchiec- tomia) e delle ovaie nella femmina (ovariectomia). La castrazione determina la perdita della capacità riproduttiva e l'arresto dello sviluppo dei caratteri sessuali secondari, mentre, quando viene eseguita prima della pubertà, provoca eunucoidismo (-► eunuco), ossia lo sviluppo dei caratteri sessuali secondari dei sesso opposto e una notevole diminuzione dello stimolo sessuale. Il concetto di castrazione assume un rilievo non tanto in senso anatomico, quanto a livello di immaginario dove da origine al complesso di castrazione che S. Freud descrive come fantasia che emerge nei bambini di entrambi i sessi durante la fase fallica dello sviluppo libidico, quando il bambino si rende conto della differenza anatomica fra i sessi e, partendo dalla convinzione, denominata da Freud «teoria sessuale infantile», che tutti gli esseri siano provvisti di un pene, interpreta l'assenza del pene nella femmina come il risultato di un'amputazione. Il complesso di castrazione, che è strettamente connesso al complesso di Edipo, assume un diverso significato e provoca differenti conseguenze nei due sessi. Per il bambino la castrazione, che rappresenta una punizione da parte del padre nei confronti delle sue attività sessuali e del suo desiderio edipico di possedere la madre, si trasforma in angoscia di castrazione (-► angoscia, § 2, f) che, allontanando il bambino dall'oggetto materno, segue la fine del complesso edipico, l'imminente formazione del Super-io e l'entrata nel periodo di latenza sessuale. Nella bambina il complesso di castrazione induce a pensare l'assenza del pene come un disonore di cui è responsabile la madre; questa fantasia genera un sentimento di -► invidia (§ 1) nei confronti di quest'organo che la bambina cerca di compensare desiderando il pene del padre e volgendo, infine, la propria sessualità verso la ricettività. La paura della castrazione, che viene talvolta alimentata con minacce più o meno scherzose da parte degli adulti, può assumere diverse forme, come quando l'oggetto minacciato, in seguito a -► spostamento, diventa un'altra parte del corpo e l'angoscia di castrazione si trasforma nel timore di perdere la propria integrità fisica o anche psichica; in modo analogo, il padre castrante può venire sostituito da altri esseri che lo rappresentano simbolicamente e verso cui si indirizzano successivamente le proprie paure fobiche. Una risoluzione inadeguata del complesso di castrazione può incidere sulla formazione del carattere e dar luogo nell'uomo a tratti di tipo fallico, ossia esageratamente aggressivi e mascolini, o di tipo femminile, quindi passivi e remissivi, mentre nella donna è frequente un senso di inferiorità determinato da un mancato superamento dell'invidia del pene, spesso compensato da un atteggiamento mascolino e competitivo nei confronti dell'uomo, oltre a una sessualità seduttiva e aggressiva, talvolta accompagnata da frigidità. Nelle nevrosi la tematica della castrazione può ricoprire un ruolo molto importante che viene messo in evidenza durante il trattamento analitico nei fenomeni di transfert e di resistenza, mentre, per quanto riguarda le espressioni sessuali, quelle maggiormente connesse al complesso di castrazione sono: a) l'omosessualità maschile, caratterizzata dallo spostamento degli interessi sessuali verso persone dello stesso sesso che non richiamano l'angoscia di castrazione, da un'ipervalutazione compensatoria del fallo e dalla repulsione più o meno fobica dei genitali femminili; b) l'omosessualità femminile, caratterizzata dal rifiuto da parte della donna della propria ricettività nei confronti dell'uomo; c) il feticismo, in cui il feticcio rappresenta il pene simbolico e rassicurante. Il complesso di castrazione ha trovato differenti interpretazioni a opera di analiste donne per le quali, come dice H. Deutsch, le ragazze possono essere consapevoli della loro femminilità fin dai primissimi tempi, mentre i ragazzi possono essere invidiosi delle capacità riproduttive delle loro madri, non meno di quanto le ragazze non lo siano del pene. Per altri psicoanalisti, fra cui O. Rank e A. Stärke, il complesso di castrazione è assimilabile alle precedenti esperienze di perdita di un oggetto amato, come la separazione dal seno e la defecazione, che rappresentano esperienze originarie sulla cui base si struttura la sessualità adulta. Da ultimo, nella concezione psicoanalitica di J. Lacan la castrazione fa parte della problematica della mancanza che comprende: la privazione come mancanza dell'oggetto reale, la frustrazione come mancanza dell'oggetto immaginario e la castrazione come mancanza dell'oggetto simbolico (-► lacaniana, teoria, § 9). |