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Moses Hess (Bonn, 21 giugno 1812 – Parigi, 6 aprile 1875) è
stato un filosofo, politico e attivista tedesco, aderente al
socialismo ed al comunismo, precursore del sionismo.
Biografia
Hess nacque a Bonn, che a quell'epoca era sotto il dominio francese.
Sul certificato di nascita, redatto in francese, il suo nome era
"Moises", lo stesso nome del nonno paterno. Hess ricevette
un'educazione religiosa ebraica dal nonno e poi studiò
filosofia presso l'Università di Bonn, ma non completò
mai gli studi.
Fu uno dei fondatori del socialismo e precursore di quel movimento
che poi sarebbe stato chiamato Sionismo. Tra le sue opere: Storia
sacra dell'umanità (1837), La triarchia europea (1841) e Roma
e Gerusalemme (1862).
Sposò un'operaia cattolica, Sibylle Pesch, in sfida ai valori
borghesi; nella letteratura socialista si diffuse l'idea che la
moglie fosse una prostituta "redenta" da Hess, ma questa idea
è stata scartata dal biografo di Hess, Silberner.
Corrispondente della Rheinische Zeitung, un giornale radicale
fondato da imprenditori renani liberali (giornale per il quale
lavorava anche Karl Marx), visse a Parigi, si rifugiò
temporaneamente in Belgio e in Svizzera in seguito al fallimento
della Rivoluzione francese del 1848, e di nuovo durante la guerra
franco-prussiana (1870-1871).
Comunismo
Inizialmente Hess sosteneva l'integrazione ebraica nel movimento
universalistico socialista e fu amico e collaboratore di Karl Marx e
Friedrich Engels. Hess convertì Engels al Comunismo e
introdusse Marx ai problemi sociali ed economici. Il ruolo di Hess
fu importante per il passaggio dalla teoria della storia nella
dialettica idealistica hegeliana al materialismo dialettico di Marx,
secondo cui l'uomo è, con la sua azione consapevole,
l'iniziatore della storia.
Probabilmente Hess fu autore di molte idee e slogan "marxiani", tra
cui quello della religione come "oppio dei popoli". Con il tempo
Hess diventò meno propenso a basare tutta la storia su cause
economiche e lotte di classe, giungendo a considerare la lotta delle
razze, o delle nazionalità, come fattore primario della
storia passata.
Proto-Sionismo
Dal 1861 al 1863 Hess visse in Germania, dove vide crescere l'ondata
di antisemitismo tedesco. Fu allora che riportò il suo nome
alla versione originaria ebraica, Moses, in segno di protesta contro
l'assimilazionismo. In questo periodo Hess tornò alla
religione nella forma di panteismo spinoziano, che in qualche modo
non trovava incompatibile con l'ebraismo ortodosso. Nel 1861
pubblicò Roma e Gerusalemme, dove la storia è
interpretata come un circolo di conflitti di razza e conflitti di
classe. Hess vedeva l'ascesa del nazionalismo italiano e la reazione
tedesca ad esso: da ciò giunse all'idea della rinascita
nazionale del popolo ebraico e all'intuizione che i tedeschi non
avrebbero tollerato le aspirazioni nazionali di altri popoli e
sarebbero stati particolarmente intolleranti verso gli ebrei. Il suo
libro invoca la creazione di uno Stato ebraico socialista in
Palestina, in linea con i movimenti nazionali europei emergenti,
come unica risposta all'antisemitismo e unico modo per affermare
l'identità ebraica nel mondo moderno.
Il libro di Hess Roma e Gerusalemme. L'ultima questione nazionale
passò inosservato, come gli altri suoi scritti. La maggior
parte degli ebrei tedeschi aspiravano all'assimilazione e non
prestarono attenzione agli avvertimenti di Hess. La sua opera non
stimolò nessuna attività o discussione politica. Il
contributo di Hess, come Autoemancipazione di Leon Pinsker,[3]
acquistò importanza solo retrospettivamente, alla fine del XX
secolo, quando il movimento sionista cominciò a
cristallizzarsi e a conquistare un pubblico. Quando Theodor Herzl
lesse per la prima volta Roma e Gerusalemme, scrisse di Hess: "Da
Spinoza gli ebrei non avevano un pensatore più grande di
questo Moses Hess dimenticato" e dichiarò che non avrebbe
scritto la sua opera Der Judenstaat (Lo stato ebraico), se non
avesse prima conosciuto Roma e Gerusalemme. L’idea sionista non
sarebbe iniziata solo con Theodor Herzl, ma molto prima, con Moses
Hess, il cui Roma e Gerusalemme, del 1862, precede di ben 34 anni
Der Judenstaat. Nella sua opera La legione ebraica nella guerra
mondiale, Vladimir Jabotinskij rese onore a Hess come una delle
persone che avevano reso possibile la Dichiarazione Balfour (1917),
insieme a Herzl, Rotschild e Pinsker.
Hess morì a Parigi nel 1875. Come da lui chiesto, fu sepolto
nel cimitero ebraico di Colonia. Nel 1961 Hess fu re-interrato nel
cimitero di Kvutzat Kinneret in Israele, insieme ad altri sionisti
laburisti come Nachman Syrkin, Ber Borochov e Berl Katznelson. Il
moshav Kfar Hess è stato così chiamato in suo onore.