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Mirari Vos
L'enciclica Mirari Vos è stata pubblicata da papa Gregorio
XVI il 15 agosto 1832. Con tale enciclica venivano condannati tutti
i principi del liberalismo religioso e politico. Anche se non era
mai nominato espressamente veniva soprattutto respinto il tentativo
di Lamennais e del suo giornale l'Avenir di introdurre nell'alveo
della Chiesa le tesi liberali. Lammennais poteva far valere il suo
passato ultramontano e la strenua difesa della libertà della
Chiesa, ma trovò avversi sia il Nunzio, sia la Compagnia di
Gesù.
Punti principali dell'enciclica
1. condanna delle tesi della necessità di
un rinnovamento della Chiesa:
« appare chiaramente assurdo ed oltremodo ingiurioso per la
Chiesa proporsi una certa "restaurazione e rigenerazione", come
necessaria per provvedere alla sua salvezza ed al suo incremento,
quasi che la si potesse ritenere soggetta a difetto, o ad
oscuramento o ad altri inconvenienti di simil genere »
(Gregorio XVI, Mirari Vos)
2. riaffermazione dell'indissolubilità del
matrimonio...
« l’onorando matrimonio dei Cristiani esige le Nostre comuni
premure affinché in esso nulla s'introduca o si tenti
introdurre di meno onesto che sia contrario alla sua santità
o leda l'indissolubilità del suo vincolo »
(Gregorio XVI, Mirari Vos)
3. ... e del celibato ecclesiastico
« vogliamo eccitare sempre più la vostra costanza a
favore della Religione, affinché vi opponiate all’immonda
congiura contro il celibato clericale »
(Gregorio XVI, Mirari Vos)
4. condanna dell'indifferentismo religioso:
« Veniamo ora ad un'altra sorgente trabocchevole dei mali, da
cui piangiamo afflitta presentemente la Chiesa: vogliamo dire
l’indifferentismo, ossia quella perversa opinione che per
fraudolenta opera degl'increduli si dilatò in ogni parte, e
secondo la quale si possa in qualunque professione di Fede
conseguire l'eterna salvezza dell'anima se i costumi si conformano
alla norma del retto e dell'onesto »
(Gregorio XVI, Mirari Vos)
5. condanna della libertà di coscienza
intesa come corollario dell'indifferentismo:
« Da questa corrottissima sorgente dell'indifferentismo
scaturisce quell'assurda ed erronea sentenza, o piuttosto delirio,
che si debba ammettere e garantire a ciascuno la libertà di
coscienza: errore velenosissimo, a cui apre il sentiero quella piena
e smodata libertà di opinione che va sempre aumentando a
danno della Chiesa e dello Stato »
(Gregorio XVI, Mirari Vos)
6. condanna della libertà di pensiero e di
stampa:
« ...pessima, né mai abbastanza esecrata ed aborrita
"libertà della stampa" nel divulgare scritti di qualunque
genere; libertà che taluni osano invocare e promuovere con
tanto clamore. Inorridiamo, Venerabili Fratelli, nell'osservare
quale stravaganza di dottrine ci opprime o, piuttosto, quale
portentosa mostruosità di errori si spargono e disseminano
per ogni dove con quella sterminata moltitudine di libri, di
opuscoli e di scritti »
(Gregorio XVI, Mirari Vos)
7. riaffermazione del dovere di sottomissione ai
sovrani legittimi:
« Avendo poi rilevato da parecchi scritti che circolano fra le
mani di tutti propagarsi certe dottrine tendenti a far crollare la
fedeltà e la sommissione dovuta ai Principi, e ad accendere
ovunque le torce della guerra, vi esortiamo ad essere sommamente
guardinghi »
(Gregorio XVI, Mirari Vos)
8. condanna della separazione fra Stato e Chiesa:
« Né più lieti successi potremmo presagire per
la Religione ed il Principato dai voti di coloro che vorrebbero
vedere separata la Chiesa dal Regno, e troncata la mutua concordia
dell'Impero col Sacerdozio. È troppo chiaro che dagli amatori
d'una impudentissima libertà si teme quella concordia che fu
sempre fausta e salutare al governo sacro e civile »
(Gregorio XVI, Mirari Vos)
9. appello all'aiuto statale (concezione
strumentale dello Stato):
« Per il resto, i Nostri carissimi figli in Cristo, i
Principi, assecondino questi comuni voti – per il bene della Chiesa
e dello Stato – con il loro aiuto e con quell’autorità che
devono considerare conferita loro non solo per il governo delle cose
terrene, ma in modo speciale per sostenere la Chiesa. Riflettano
diligentemente su quanto deve essere fatto per la
tranquillità dei loro Imperi e per la salvezza della Chiesa;
si persuadano anzi che devono avere più a cuore la causa
della Fede che quella del Regno »
(Gregorio XVI, Mirari Vos)
L’enciclica riaffermava, sul piano politico l'appoggio della Santa
Sede alle posizioni favorevoli all’assolutismo (distacco delle
posizioni della borghesia intellettuale) e, sul piano ecclesiastico,
il rigetto della linea dei cattolici liberali.
Il cardinal Pacca inviò a Lamennais, Lacordaire e Charles de
Montalembert una lettera in cui si diceva chiaramente che il papa
intendeva colpire con l'enciclica la linea di pensiero dell'Avvenir.
[1]
Note
[1] Lacordaire entrò tra i domenicani e
contribuì a restaurare tale ordine ordine in Francia.
Lamennais nel 1834 con il libro Paroles d'un croyant si poneva in
una posizione chiaramente eterodossa, condannata espressamente nello
stesso anno da una nuova enciclica: la enciclica Singulari Nos
Fonti
Tutte le encicliche e i principali documenti
pontifici emanati dal 1740. 250 anni di storia visti dalla Santa
Sede, a cura di Ugo Bellocchi. Vol. III: Leone XII (1823-1829), Pio
VIII (1829-1830), Gregorio XVI (1831-1846), Libreria Editrice
Vaticana, Città del Vaticano 1994