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Per quanto riguarda la storia, il contrasto tra Marx e Freud è assai chiaro. Marx ebbe una fede incrollabile nella perfettibilità e nel progresso dell'uomo, una fede radicata nella tradizione messianica dell'Occidente che inizia coi profeti e continua con il cristianesimo, il Rinascimento e il pensiero illuminista. Freud, specialmente dopo la prima guerra mondiale, aveva un atteggiamento scettico. Egli vide quindi il problema dell'evoluzione umana come qualcosa di essenzialmente tragico. Qualunque cosa l'uomo faccia si risolve in frustrazione: se ritorna a una condizione primitiva può ritrovare il piacere ma non la saggezza, se continua a creare civiltà sempre più complicate acquista una maggiore saggezza ma diviene anche più infelice e malato. Secondo Freud, l'evoluzione è una fortuna ambivalente: la società fa del male nella stessa misura in cui fa del bene. Secondo Marx, la storia è per l'uomo una marcia verso la consapevolezza di sé, e la società, qualunque siano i mali prodotti da un dato tipo di società, è la condizione che permette all'uomo di creare e scoprire se stesso.