BIBLIOGRAFIA SULLA SCHIZOFRENIA


Grazie ad una vecchia tradizione che la neopsichiatria ha restaurato e corroborato, il termine schizofrenia mantiene, agli occhi dell'opinione pubblica, un significato esoterico. Tutti sanno ch'essa è la malattia psichiatrica più grave che esiste, tutti (o quasi tutti) pensano che, data la sua gravità e complessità (identificata con coloro che vanno in giro con l'aria stralunata e parlano da soli con i fantasmi), si tratta di una sindrome da specialisti, molti ormai pensano che, essendo una malattia biologica, non si danno altre cure che gli psicofarmaci.

Più volte ho scritto e detto pubblicamente che si tratta di un colossale equivoco. La schizofrenia, in senso proprio, non esiste come malattia d'esordio ma come esito terminale dell'evoluzione di una sindrome che, nelle sue prime manifestazioni, è sempre e solo una psicosi dissociativa, vale a dire, in termini psicodinamici, una catastrofe dovuta allo smottamento di un conflitto strutturale il cui significato può essere con una certa facilità identificato ricostruendo la storia interiore del soggetto (che è altro rispetto alla storia sociale e anche a quella cosciente). Freud per primo ha intuito che un processo dissociativo è come la frattura di un cristallo, che ne mette in luce gli assi strutturali. In questo senso esso rende immediatamente trasparente, a chi assume un'ottica psicodinamica, ciò che in occasione di altri conflitti (per intendersi nevrotici) è molto meno evidente.

La dissociazione, intesa in senso psicodinamico, infatti, pone in luce costantemente due diverse logiche che governano l’esperienza inconscia del soggetto: l’una impone all’individuo di funzionare come membro di un gruppo, di una cultura, di una società ai valori dei quali egli deve subordinarsi, rappresentando l’insieme sociale la dimensione non trascendibile della sua esperienza; l’altra, viceversa, gli impone di rivendicare i suoi diritti di libertà individuale anche laddove essi entrano in conflitto con le regole, le norme e i valori del gruppo di appartenenza.

Nella cosiddetta schizofrenia questa dissociazione, reperibile in tutte le esperienze psicopatologiche, risulta solo più ampia (al punto da fare affiorare soggettività apparentemente autonome rispetto all’Io) e profonda. La sua ampiezza la rende trasparente. La profondità, invece, ne preclude l’accesso alla soggettività cosciente.

In nessun altro ambito psicopatologico come in quello della sindrome dissociativa si dà uno scarto maggiore tra la capacità esplicativa e l’efficacia terapeutica. Ciò è dovuto, per un verso, al fatto che il soggetto, alla presa con i suoi fantasmi, raramente dispone di uno spazio di riflessione e d’introspezione sufficiente a permettergli di prendere coscienza e di elaborare i conflitti che alberga, e, per un altro, alla carenza di strumenti culturali atti a capire l’organizzazione dell’apparato mentale e delle logiche che lo governano.

Ciò concorre a fare sì che un numero estremamente rilevante di soggetti affetti da sindrome dissociativa – che in termini dinamici significa solo una sindrome incentrata su conflitti scissi e apparentemente irriducibili, ma comprensibili – affondano progressivamente nei loro fantasmi fino al punto di corroborare l’ipotesi di un processo morboso disgregativo.

Il nodo della psichiatria contemporanea è che essa legge la prova dei suoi assunti di base organicistici laddove dovrebbe leggere i risultati dei suoi fallimenti terapeutici.

Anche la psicoterapia, applicata alla schizofrenia, comporta un numero consistente di fallimenti. Ma, intanto, i pochi casi che guariscono lasciano pensare che, negli altri, si dia un concorso di fattori negativi – ambientali, sociali e psicologici – sui quali occorre continuare a riflettere. In secondo luogo, il fatto stesso che in alcuni casi, la cui diagnosi è inconfutabile nell’ottica della nosografia tradizionale, si realizzino sorprendenti guarigioni, vale da solo a confutare l’impianto organicistico.

Certo, si può sempre dire che in questi casi, evidentemente, la componente genetica era meno rilevante di quella ambientale. Finché non si sarà trovato il modo di quantificare quella componente (prospettiva altamente improbabile), discorsi del genere valgono quanto l’aria fritta.

La bibliografia che segue non pretende di essere esauriente. Essa offre solo un panorama il più ampio possibile delle varie scuole che si sono dedicate all’approfondimento delle tematiche schizofreniche: psichiatria clinico-descrittiva, psicoanalisi, fenomenologia, teoria comunicativa e sistemica, ecc. Alcune opere (Il caso Schreber di Freud, Le logiche del delirio di Bodei, L’io diviso e L’io e gli altri di Laing) sono state già analizzate criticamente; altre lo saranno.


Bibliografia sulla schizofrenia


Anepeta L.

Miseria della neopsichiatria. Sul delirio e sulla predisposizione schizofrenica

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Arieti S.

Interpretazione della schizofrenia

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Ballerini A. e Callieri B. (a cura di)

Breviario di psicopatologia. La dimensione umana della sofferenza mentale

Milano 1996


Ballerini A. e Rossi-Monti M.

La vergogna e il delirio

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Bateson G.

Verso un'ecologia della mente

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Benedetti G.

Schizofrenia

In Enciclopedia Medica Italiana, Firenze 1986


Binswanger L.

Per un'antropologia fenomenologica

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Il caso Ellen West e altri saggi

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Id.

Delirio. Antropoanalisi e fenomenologia

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Bleuler E.

Schizofrenia

In Trattato di psichiatria

Milano 1968


Bodei R.

Le logiche del delirio

Bari 2000


Borgna E.

I conflitti del conoscere. Strutture del sapere e esperienza della follia

Milano 1988

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Come se finisse il mondo. Il senso dell'esperienza schizofrenica

Milano 1995


Callieri B.

Quando l’ombra vince

Roma 1982


Ciompi L.

Logica affettiva. Una ricerca sulla schizofrenia

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Psicologia della schizofrenia

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Foglie di primavera

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Schizofrenia

In Manuale di Psichiatria

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Foucault M.

Storia della follia nell’età classica

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Freud S.

Caso clinico del Presidente Schreber

In Opere

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Eziologia della schizofrenia

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Jaspers K.

Psicopatologia generale

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Psicogenesi della schizofrenia

In Opere, Torino 1971


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Seminari. Libro III. Le psicosi

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L'io diviso

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L’io e gli altri

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La politica della famiglia

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Normalità e follia nella famiglia

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Scritti

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L’inconscio come insiemi infiniti

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Trattato di psicopatologia

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Il delirio

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Il linguaggio schizofrenico

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Racamier P.-C.

Gli schizofrenici

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L'esperienza psicotica

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Il mito della malattia mentale

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La famiglia che uccide

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Psicopatologia clinica

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Deliri

In Enciclopedia medica italiana, Firenze 1973


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La psicoanalisi del delirio

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