I segreti dei segreti di fatima


Non è sconcertante che la Chiesa persegua lo scopo di accumulare prove sempre più cospicue a favore della verità rivelata di cui si ritiene depositaria né che, in ordine a tale scopo, essa sia portata a interpretare i fatti in modo unidirezionale. La verità in questione è un’interpretazione totalizzante della storia umana, dalle origini alla fine, che, non riconoscendo alcuna flessibilità, va difesa a tutti i costi.. Assolutamente sorprendente, invece, risulta l’atteggiamento di sudditanza, psicologica e culturale, dei mass-media e dei laici nei suoi confronti che si è progressivamente incrementato nel corso degli ultimi anni. Tale atteggiamento è comprovato dai resoconti e dai commenti forniti in questi giorni sulla rivelazione spettacolare del terzo segreto di Fatima, caratterizzati da una sorta di timore reverenziale che ha paralizzato ogni critica a quanto è accaduto. Per rivelare infatti tale segreto, tenuto occultato per oltre cinquant'anni, con la conseguenza di alimentare le ipotesi più varie e inquietanti, la Chiesa ha scelto un'occasione affatto particolare: la cerimonia di beatificazione di due bambini partecipi delle visioni di Fatima In un contesto già ampiamente coivolto emotivamente dall'eccezionalità dell'evento, la rivelazione del terzo segreto, immediatamente interpretato come inequivocabilmente riferito all'attentato subito dal Papa venti anni orsono, ha avuto l'effetto auspicato di fare gridare al miracolo. I mass-media hanno dato ampio rilievo all'accaduto senza filtrare criticamente le informazioni fornite dalle fonti ufficiali ecclesiali. Non è la prima volta che accade in questi anni né sarà l'ultima. Ma c'è da chiedersi se sia rispettoso dell'opinione pubblica considerare il punto di vista della Chiesa in materie di cose sacre come inattacabile e da ossequiare.

Questo articolo mira a dimostrare che i segreti di Fatima sono molto più inquietanti di quanto si possa ricavare da una lettura confessionale. Assunti e analizzati come prodotti culturali, quali sono, essi infatti possono essere interpretati prescindendo dal soprannaturale, e rivelano dei segreti su come si costruiscono le credenze religiose estremamente significativi. Nel caso in questione non c'è alcun bisogno di sovrapporre le interpretazioni ai fatti. Questi, ricostruiti nella loro storicità, sono già sufficientemente significativi. Dato il peso della tradizione ecclesiale, basterà commentarli brevemente per capire come si siano prodotti e per dimostrare il loro carattere ideologico.

 I fatti

La ricostruzione dei fatti deve necessariamente rifarsi a documenti ufficiali o comunque di fonte cattolica. Non c’è alternativa poiché la testimone oculare delle visioni di Fatima, depositaria dei segreti comunicatele dalla Madonna, attualmente Suor Lucia, dedicandosi alla vita monacale prima e alla clausura poi, si è messa ed è stata messa al riparo da qualunque contatto col mondo laico. Le informazioni riportate sono tratte da Antonio A. Borelli Machado, Le apparizioni e il messaggio di Fatima secondo i manoscritti di suor Lucia, Piacenza, Cristianità 1977. Nell'introduzione l'autore specifica che la sua ricostruzione si basa su due opere molto note:

" La prima è dello scrittore cattolico nordamericano William Thomas Walsh, Our Lady of Fatima, la seconda opera è di padre Giovanni De Marchi I.M.C., Era una Senhora mais brilhante que o sol... Padre De Marchi ha passato tre anni a Fátima a interrogare i principali testimoni degli avvenimenti e a mettere accuratamente per iscritto le loro deposizioni. Ha intervistato suor Lucia e ha potuto consultare i manoscritti della veggente, dei quali parleremo più avanti. William Thomas Walsh è stato in Portogallo nel 1946 a fare indagini e interviste. Ha parlato con suor Lucia e ha basato il suo libro specialmente sulle quattro Memórias da lei scritte."

I fatti originari riguardano tre bambini - Lucia de Jesus, Francisco e Jacinta Marto, suoi cugini - nati rispettivamente nel 1907, nel 1908 e nel 1910, residenti nel villaggio di Aljustrel, parrocchia di Fátima. Si tratta di tre pastorelli analfabeti, assidui frequentatori della parrocchia stessa. Del contesto ambientale non si sa molto, tranne che il sindaco, intervenuto pesantemente dopo le prime visioni per indurre i bambini a confessare di avere mentito, era massone e anticlericale

La storia delle visioni comincia nel 1916 e riguarda l’Angelo del Portogallo o della Pace. "La prima apparizione dell’Angelo avvenne nella primavera o nell’estate del 1916, in un antro (o grotta) del colle del Cabeço, vicino ad Aljustrel e si svolse nel modo seguente, come narra suor Lucia:

"Giocavamo da qualche tempo, ed ecco che un vento forte scuote le piante e ci fa sollevare lo sguardo per vedere che cosa succede, perché la giornata era serena. Allora cominciammo a vedere, a una certa distanza, sulle piante che si stendevano in direzione di oriente, una luce più bianca della neve, con l’aspetto di un giovane trasparente, più splendente di un cristallo attraversato dai raggi del sole.

"A misura che si avvicinava ne venivamo distinguendo i tratti: un giovane dai 14 ai 15 anni, di una grande bellezza. Eravamo sorpresi e quasi rapiti. Non dicevamo parola.

"Giunto vicino a noi disse:

"-"Non abbiate paura. Sono l’Angelo della Pace. Pregate con me". "E inginocchiato a terra, curvò la fronte fino al suolo. Spinti da un moto soprannaturale lo imitammo e ripetemmo le parole che gli udimmo pronunciare:

"-"Dio mio! Credo, adoro, spero e Vi amo. Vi chiedo perdono per coloro che non credono, non adorano, non sperano e non Vi amano". "Dopo avere ripetuto questo tre volte si alzò e disse:

"-"Pregate così. I Cuori di Gesù e di Maria sono attenti alla voce delle vostre suppliche".

"E scomparve.

"L’atmosfera soprannaturale che ci avvolse era tanto intensa che quasi non ci rendevamo conto, per un lungo tratto di tempo, della nostra stessa esistenza restando nella posizione in cui ci aveva lasciato, e ripetendo sempre la stessa preghiera. La presenza di Dio si sentiva così intensa e intima, che non ci decidevamo a parlare neppure fra di noi. Il giorno seguente, sentivamo lo spirito ancora avvolto da questa atmosfera che andò scomparendo soltanto molto lentamente.

"In questa apparizione, nessuno pensò di parlare, né di raccomandare il segreto. Essa lo impose da sé. Era così intima, che non era facile pronunciare su di essa la minima parola. Ci fece anche, f orse, maggiore impressione, per il fatto che fu la prima manifestazione di questo tipo" La seconda apparizione avvenne nell’estate del 1916, sul pozzo della casa dei genitori di Lucia, presso cui i bambini giocavano. Così narra suor Lucia ciò che l’Angelo disse loro - a lei e ai suoi cugini - in quella occasione:

"-"Che fate? Pregate! Pregate molto! I Cuori santissimi di Gesù e di Maria hanno su di voi disegni di misericordia. Offrite costantemente all’Altissimo preghiere e sacrifici".

"-"Come dobbiamo fare a sacrificarci?"- chiesi. "- "In tutti i modi possibili, offrite a Dio un sacrificio in atto di riparazione per i peccati con cui è offeso e di supplica per la conversione dei peccatori. Attirate così sulla vostra patria la pace. Io sono il suo angelo custode l’Angelo del Portogallo. Soprattutto accettate e sopportate con sottomissione la sofferenza che il Signore vi manderà".

"E scomparve.

"Queste parole dell’Angelo si incisero nel nostro spirito, come una luce che ci faceva comprendere chi era Dio: come ci amava e voleva essere amato; il valore del sacrificio, e come gli era gradito; come, per riguardo a esso, convertiva i peccatori" La terza apparizione avvenne alla fine dell’estate o all’inizio dell’autunno del 1916, di nuovo nella Loca do Cabeço e si svolse nel modo seguente, sempre secondo la narrazione di suor Lucia:

"Appena vi giungemmo, in ginocchio, con i volti a terra cominciammo a ripetere la preghiera dell’Angelo: "Dio mio! Credo, adoro, spero e Vi amo, ecc.". Non so quante volte avevamo ripetuto questa preghiera, quando vedemmo che su di noi brillava una luce sconosciuta. Ci alzammo per vedere cosa succedeva e vedemmo l’Angelo con un calice nella mano sinistra e sospesa su di esso un’Ostia, dalla quale cadevano nel calice alcune gocce di sangue. Lasciando il calice e l’Ostia sospesi in aria, si prostrò a terra vicino a noi e ripeté tre volte la preghiera:

"Trinità santissima, Padre Figliolo e Spirito Santo Vi adoro profondamente e Vi offro il preziosissimo Corpo, Sangue, Anima e Divinità di Gesù Cristo, presente in tutti i tabernacoli della terra, in riparazione degli oltraggi, dei sacrilegi e delle indifferenze con cui è offeso. E per i meriti infiniti del suo santissimo Cuore e del Cuore Immacolato di Maria, Vi chiedo la conversione dei poveri peccatori".

"Poi, sollevandosi, prese di nuovo in mano il calice e l’Ostia, e diede l’Ostia a me e ciò che conteneva il calice lo diede da bere a Giacinta e a Francesco, dicendo nello stesso tempo:

"Prendete e bevete il Corpo e il Sangue di Gesù Cristo orribilmente oltraggiato dagli uomini ingrati. Riparate i loro delitti e consolate il vostro Dio".

"Di nuovo si prostrò a terra e ripeté con noi altre tre volte la stessa preghiera: "Trinità santissima ecc." e scomparve. "Portati dalla forza del soprannaturale, che ci avvolgeva, imitavamo l’Angelo in tutto, cioè prostrandoci come lui e ripetendo le preghiere che lui diceva. La forza della presenza di Dio era così intensa, che ci assorbiva e ci annientava quasi completamente. Sembrava che per un grande lasso di tempo ci privasse perfino dell’uso dei sensi corporali. In quei giorni facevamo le azioni materiali come portati da questo essere soprannaturale che a ciò ci spingeva. La pace e la felicità che sentivamo era grande, ma soltanto interiore, con l’anima completamente concentrata in Dio. Anche la stanchezza fisica che ci prostrava era grande."

Le apparizioni dell’Angelo non sono le prime in assoluto. Esse furono precedute da tre altre visioni, dall’aprile all’ottobre del 1915 nelle quali Lucia e altre tre pastorelle Maria Rosa Matias, Teresa Matias e Maria Justino, videro, sempre sul colle del Cabeço, sospesa nell’aria sull’albereto della valle "come una nuvola più bianca della neve, qualcosa di trasparente, con forma umana". Era "una figura come se fosse una statua di neve, che i raggi del sole rendevano in qualche modo trasparente".

Le apparizioni della Madonna cominciano nel 1917. Esse si svolsero in una piccola proprietà dei genitori di Lucia, chiamata Cova da Iria, a due chilometri e mezzo da Fátima sulla strada di Leiria. La Madonna appariva su un elce, o querciolo, alto un metro o poco più. Francesco vedeva soltanto la Madonna e non la sentiva. Giacinta vedeva e sentiva. Lucia vedeva, sentiva e parlava con la santissima Vergine. Le apparizioni avvenivano attorno al mezzogiorno. Questa è la narrazione delle tre visioni:

PRIMA APPARIZIONE: 13 MAGGIO 1917

I tre veggenti giocavano alla Cova da Iria quando notarono due luci come lampi, dopo i quali videro la Madre di Dio sull’elce. Era "una Signora tutta vestita di bianco più splendente del sole, che diffondeva una luce più chiara e intensa di un bicchiere di cristallo pieno di acqua pura attraversato dai raggi del sole più ardente ", descrive Lucia. II suo volto, indescrivibilmente bello, non era "né triste né allegro, ma serio ", con un tono di dolce rimprovero. Le mani giunte, come per pregare, appoggiate sul petto e volte verso l’alto. Dalla mano destra pendeva un rosario. Le vesti parevano fatte soltanto di luce. La tunica era bianca, e bianco il mantello orlato d’oro, che copriva il capo della Vergine e le scendeva ai piedi. Non Le si vedevano i capelli e le orecchie. I tratti della fisionomia, Lucia non ha mai potuto descriverli, perché le fu impossibile fissare il volto celestiale, che abbagliava. I veggenti erano così vicini alla Madonna -più o meno a un metro e mezzo di distanza- che rimanevano nella luce che La circondava, o che diffondeva. Il colloquio si svolse in questo modo :

LA MADONNA: "Non abbiate paura, non vi faccio del male".

LUCIA: "Di dove è Vostra Signoria?"

LA MADONNA: "Sono del cielo"(e alzò la mano per indicare il cielo).

LUCIA: "E cosa vuole da me Vostra Signoria?"

LA MADONNA: ‘ Sono venuta a chiedervi di venire qui per sei mesi di seguito, il 13, a questa stessa ora. Poi vi dirò chi sono e che cosa voglio. Poi ritornerò ancora qui una settima volta".

LUCIA: "E anch’io vado in cielo?"

LA MADONNA: "Sì, ci vai ".

LUCIA: "E Giacinta?"

LA MADONNA: "Anche lei".

LUCIA: "E Francesco?"

LA MADONNA: "Anche lui, ma deve recitare molti rosari".

LUCIA: "Maria das Neves è già in cielo?"

LA MADONNA: "Sì, c’è già".

LUCIA:"E Amelia?"

LA MADONNA: "Resterà in Purgatorio fino alla fine del mondo. "Volete offrirvi a Dio, per sopportare tutte le sofferenze che vorrà inviarvi, come atto di riparazione per i peccati con cui è offeso e di supplica per la conversione dei peccatori?"

LUCIA: "Sì vogliamo".

LA MADONNA: "Andate, dunque, avrete molto da soffrire ma la grazia di Dio sarà il vostro conforto".

"Pronunciando queste ultime parole (la grazia di Dio ecc.) aprì per la prima volta le mani, comunicandoci - è suor Lucia che scrive - una luce molto intensa, quasi un riflesso che usciva da esse che ci penetrava nel petto e nel più intimo dell’anima, e faceva vedere noi a noi stessi in Dio, che era questa luce, più chiaramente che se ci vedessimo nel migliore degli specchi. Allora, per un impulso interiore anch’esso comunicatoci, cademmo in ginocchio e ripetemmo interiormente: "O santissima Trinità, Vi adoro Mio Dio, mio Dio, Vi amo nel santissimo Sacramento". "Passati i primi momenti, la Madonna aggiunse:

"-"Recitate il rosario tutti i giorni per ottenere la pace per il mondo e la fine della guerra".

Poi - descrive suor Lucia - cominciò a elevarsi serenamente, salendo verso oriente, fino a scomparire nell’immensità dell’orizzonte. La luce che La circondava sembrava aprire una via in mezzo agli astri .

SECONDA APPARIZIONE: 13 GIUGNO 1917

Prima della seconda apparizione, i veggenti notarono di nuovo una luce, che chiamavano lampo, ma che propriamente non lo era, bensì era il riflesso di una luce che si avvicinava. Alcuni spettatori, che erano accorsi sul posto in numero di circa cinquanta, notarono che la luce del sole si oscurò durante i minuti che seguirono l’inizio del colloquio. Altri dissero che la cima dell’elce, coperta di germogli sembrò curvarsi come sotto un peso, un momento prima ché Lucia parlasse. Durante il colloquio della Madonna con i veggenti, alcuni udirono un sussurro simile al ronzio di un’ape.

LUCIA: "Che cosa vuole da me Vostra Signoria?"

LA MADONNA: "Voglio che veniate qui il 13 del mese prossimo, che diciate il rosario tutti i giorni, che impariate a leggere. Poi vi dirò che cosa voglio".

Lucia chiese la guarigione di una persona malata.

LA MADONNA: "Se si converte, guarirà entro l’anno".

LUCIA: "Vorrei chiederLe di portarci in cielo". LA MADONNA: "Sì Giacinta e Francesco li porto tra poco. Ma tu resti qui ancora qualche tempo. Gesù vuole servirsi di te per farmi conoscere e amare. Vuole stabilire nel mondo la devozione al mio Cuore Immacolato. A chi la abbraccia, prometto la salvezza, e queste anime saranno amate da Dio come fiori posti da Me ad adornare il suo trono". LUCIA: "Rimango qui sola?"

LA MADONNA: "No, figlia. E tu soffri molto? Non scoraggiarti. Non ti lascerò mai. Il mio Cuore Immacolato sarà il tuo rifugio e la via che ti condurrà a Dio"."Nel momento in cui disse queste ultime parole - racconta suor Lucia - aprì le mani e ci comunicò per la seconda volta il riflesso di quella immensa luce. In essa eravamo come sommersi in Dio. Giacinta e Francesco sembravano essere nella parte di questa luce che si elevava verso il cielo e io in quella che si diffondeva sulla terra. Di fronte alla palma della mano destra della Madonna stava un Cuore circondato da spine che parevano conficcate in esso. Comprendemmo che era il Cuore Immacolato di Maria oltraggiato dai peccati dell’umanità, che voleva riparazione ".

Quando svanì questa visione, la Signora, ancora avvolta nella luce che Lei stessa irradiava, si alzò dall’arbusto senza sforzo, dolcemente, in direzione di oriente, fino a scomparire completamente. Alcune persone più vicine notarono che i germogli della cima dell’elce si erano piegati nella stessa direzione, come se le vesti della Signora li avessero trascinati. Soltanto alcune ore più tardi ripresero la loro posizione naturale.

TERZA APPARIZIONE: 13 LUGLIO 1917

Nel corso della terza apparizione, una nuvoletta cenerognola si librò sull’elce, il sole si oscurò, una fresca brezza spirò sulla montagna, benché si fosse in piena estate. Il signor Marto, padre di Giacinta e Francesco, che lo racconta, dice che udì anche un sussurro simile al rumore prodotto da mosche in un orciolo vuoto. I veggenti videro il riflesso della solita luce e poi la Madonna sul querciolo.

LUCIA: "Che cosa vuole da me Vostra Signoria?"

LA MADONNA: "Voglio che veniate qui il 13 del mese prossimo, che continuiate a recitare tutti i giorni il rosario in onore della Madonna del Rosario per ottenere la pace del mondo e la fine della guerra, perché soltanto Lei ve la potrà meritare".

LUCIA: "Vorrei chiederLe di dirci chi è, e di fare un miracolo per cui tutti credano che Vostra Signoria ci appare".

LA MADONNA: "Continuate a venire qui tutti i mesi. In ottobre dirò chi sono che cosa voglio, e farò il miracolo che tutti vedranno per poter credere".

Lucia presenta allora una serie di richieste di conversioni, guarigioni e altre grazie. La Madonna risponde raccomandando sempre la pratica del rosario, con cui otterranno le grazie entro l’anno.

Quindi proseguì: "Sacrificatevi per i peccatori e dite molte volte e in modo speciale quando fate qualche sacrificio: Oh Gesù, è per amor vostro, per la conversione dei peccatori e in riparazione dei peccati commessi contro il Cuore Immacolato di Maria".

Prima parte del segreto: la visione dell’inferno

"Dicendo queste ultime parole - racconta suor Lucia - aprì di nuovo le mani come nei due mesi passati. Il riflesso [di luce che esse emettevano] parve penetrare la terra e vedemmo come un grande mare di fuoco e immersi in questo fuoco i demoni e le anime come se fossero braci trasparenti e nere o abbronzate di forma umana, che ondeggiavano nell’incendio sollevate dalle fiamme che uscivano da loro stesse insieme a nuvole di fumo cadendo da tutte le parti -simili al cadere delle scintille nei grandi incendi- senza peso né equilibrio, tra grida e gemiti di dolore e di disperazione che terrorizzavano e facevano tremare di paura. I demoni si distinguevano per la forma orribile e ributtante di animali spaventosi e sconosciuti, ma trasparenti come neri carboni di bracia ".

La visione durò soltanto un momento, durante il quale Lucia emise un "ah! ". Ella nota che, se non fosse stato per la promessa della Madonna di portarli in cielo, i veggenti sarebbero morti per l’emozione e la paura.

Seconda parte del segreto: l’annuncio del castigo e dei mezzi per evitarlo

Spaventati, quindi, e come per chiedere soccorso, i veggenti levarono gli occhi verso la Madonna, che disse loro con bontà e tristezza:

LA MADONNA: "Avete visto l’ inferno, dove vanno le anime dei poveri peccatori. Per salvarli, Dio vuole stabilire nel mondo la devozione al mio Cuore Immacolato.

"Se farete quello che vi dirò, molte anime si salveranno e avranno pace. "La guerra sta per finire, ma se non smetteranno di offendere Dio, nel regno di Pio XI ne comincerà un’altra peggiore (8), Quando vedrete una notte illuminata da una luce sconosciuta, sappiate che è il grande segnale che Dio vi dà del fatto che si appresta a punire il mondo per i suoi delitti, per mezzo della guerra, della fame e delle persecuzioni alla Chiesa e al Santo Padre (9).

"Per impedire tutto questo, sono venuta a chiedere la consacrazione della Russia al mio Cuore Immacolato e la comunione riparatrice nei primi sabati. Se ascolterete le mie richieste, la Russia si convertirà e avrete pace; diversamente, diffonderà i suoi errori nel mondo, promuovendo guerre e persecuzioni alla Chiesa; i buoni saranno martirizzati, il Santo Padre dovrà soffrire molto, diverse nazioni saranno annientate; infine il mio Cuore Immacolato trionferà. Il Santo Padre mi consacrerà la Russia che si convertirà, e sarà concesso al mondo qualche tempo di pace. "In Portogallo si conserverà sempre il dogma della fede, ecc.

"Questo non ditelo a nessuno A Francesco sì potete dirlo". Dopo qualche istante: "Quando recitate il rosario, dopo ogni mistero dite: Oh Gesù mio perdonateci, liberateci dal fuoco dell’inferno, portate in cielo tutte le anime, soprattutto quelle più bisognose".

LUCIA: "Vostra Signoria vuole qualcosa d’altro da me?"

LA MADONNA: "No, oggi non ti chiedo più nulla .

"E, come al solito, cominciò a elevarsi verso oriente, fino a scomparire nell’immensa

distanza del firmamento".

Allora si udì una specie di tuono che indicava che l’apparizione era cessata.

QUARTA APPARIZIONE: 15 AGOSTO 1917

Il giorno 13 agosto, in cui avrebbe dovuto svolgersi la quarta apparizione, i veggenti non poterono essere presenti alla Cova da Iria, poiché furono rapiti dall’amministratore di Ourém, che a forza volle strappare loro il segreto. I bambini rimasero irremovibili. Alla solita ora, alla Cova da Iria, si udì un tuono, al quale seguì un lampo, e i presenti notarono una piccola nuvola bianca librarsi qualche minuto sull’elce. Si osservarono anche fenomeni di colorazione, di diversi colori del volto delle persone, degli abiti, delle piante, del suolo. La Madonna era certamente venuta, ma non aveva trovato i veggenti. Il 15 agosto, Lucia era con Francesco e un altro cugino in una località detta Valinhos, una proprietà di uno dei suoi zii, quando, alle quattro del pomeriggio, cominciarono a prodursi le variazioni atmosferiche che precedevano le apparizioni della Madonna alla Cova da Iria: un improvviso abbassamento della temperatura e un oscurarsi del sole. Lucia, sentendo che si avvicinava qualcosa di soprannaturale e che li avvolgeva, mandò a chiamare in fretta Giacinta, che giunse in tempo per vedere la Madonna che annunciata, come le altre volte da un riflesso di luce era apparsa su un elce, o querciolo, un poco più grande di quello della Cova da Iria.

LUCIA: "Cosa vuole da me Vostra Signoria?"

LA MADONNA: "Voglio che continuiate ad andare alla Cova da Iria il 13 e che continuiate a recitare il rosario tutti i giorni. L’ultimo mese farò il miracolo perché tutti credano".

LUCIA: "Vostra Signoria, che cosa vuole che si faccia con il denaro che il popolo lascia alla Cova da Iria?"

LA MADONNA: "Fate due portantine: una portala tu con Giacinta e altre due bambine vestite di bianco, e l’altra la porti Francesco con altre tre bambini. Il denaro delle portantine è per la festa della Madonna del Rosario, e quello che avanza serve per una cappella che dovete far fare".

LUCIA: "Vorrei chiederLe la guarigione di alcuni malati".

LA MADONNA: "Sì, alcuni li guarirò entro l’anno".. E assumendo un aspetto più triste, raccomandò loro di nuovo la pratica della mortificazione, dicendo, alla fine di tutto: "Pregate, pregate molto e fate sacrifici per i peccatori, perché molte anime vanno all’inferno perché non vi è chi si sacrifichi e preghi per loro".

"E, come al solito, cominciò n elevarsi verso oriente". I veggenti tagliarono rami della pianta su cui era apparsa loro la Madonna, e li portarono a casa. I rami diffondevano un profumo particolarmente soave.

QUINTA APPARIZIONE: 13 SETTEMBRE 1917

Come altre volte, dai presenti, il cui numero fu calcolato tra le 15 e le 20 mila persone, o forse più, fu osservata una serie di fenomeni atmosferici: l’improvviso abbassamento della temperatura l’impallidire del sole fino al punto da vedersi le stelle, una specie di pioggia come di petali iridati o di fiocchi di neve, che scomparivano prima di posarsi per terra. In particolare, questa volta, fu notato un globo luminoso che si muoveva lentamente e maestosamente in cielo da oriente verso occidente, e verso la fine dell’apparizione, in senso contrario. I veggenti notarono, come al solito, il riflesso di una luce e poi la Madonna sull’elce:

LA MADONNA: "Continuate a recitare il rosario per ottenere la fine della guerra. In ottobre verranno anche Nostro Signore, la Madonna Addolorata e quella del Carmelo, san Giuseppe con Gesù Bambino, per benedire il mondo. Dio è contento dei vostri sacrifici, ma non vuole che dormiate con la corda, portatela soltanto di giorno".

LUCIA: "Mi hanno chiesto di chiederLe molte cose: guarigione di alcuni malati, di un sordomuto".

LA MADONNA: "Sì, ne guarirò alcuni, altri no. In ottobre farò un miracolo perché tutti credano".

"E, cominciando a elevarsi, scomparve come al solito".

SESTA E ULTIMA APPARIZIONE: 13 OTTOBRE 1917

Come le altre volte, i veggenti notarono il riflesso di una luce e poi la

Madonna sul querciolo:

LUCIA: "Che cosa vuole da me Vostra Signoria?"

LA MADONNA: Voglio dirti di fare in questo luogo una cappella in mio onore, che sono la Regina del Rosario, di continuare sempre a recitare il rosario tutti i giorni. La guerra sta per finire e i militari ritorneranno presto alle loro case".

LUCIA: "Io avevo molte cose da chiederLe. Se guariva alcuni malati e se convertiva alcuni peccatori...".

LA MADONNA: ‘ Alcuni sì, altri no. Bisogna che si pentano, che chiedano perdono dei loro peccati". E assumendo un aspetto più triste:

"Non offendano più Dio nostro Signore che è già molto offeso". Quindi, aprendo le mani, la Madonna le fece riflettere sul sole, e mentre si elevava, il riflesso della sua luce continuava a proiettarsi sul sole Lucia, a quel punto, esclamò: Guardate il sole!" Scomparsa la Madonna nella immensa distanza del firmamento, successivamente si presentarono agli occhi dei veggenti tre quadri, il primo simboleggiante i misteri gaudiosi del rosario, poi quelli dolorosi e infine quelli gloriosi (soltanto Lucia vide i tre quadri; Francesco e Giacinta videro soltanto il primo).

Apparvero, accanto al sole, san Giuseppe con Gesù Bambino, e la Madonna del Rosario. Era la Sacra Famiglia.

La Vergine era vestita di bianco, con un manto azzurro.

Anche san Giuseppe era vestito di bianco e Gesù Bambino di rosso chiaro.

San Giuseppe benedisse la folla, facendo tre volte il segno della croce.

Gesù Bambino fece altrettanto.

Seguì la visione della Madonna Addolorata e di Nostro Signore afflitto dal dolore sulla via del Calvario. Nostro Signore fece un segno di croce per benedire il popolo. La Madonna non aveva la spada nel petto. Lucia vedeva soltanto la parte superiore del corpo di Nostro Signore. Finalmente apparve, in una visione gloriosa, la Madonna del Carmelo, incoronata Regina del cielo e della terra, con in braccio Gesù Bambino. Mentre davanti agli occhi dei veggenti si svolgevano queste scene, la grande moltitudine, da 50 a 70 mila spettatori, assisteva al miracolo del sole.

Era piovuto nel corso di tutta l’apparizione. Alla fine del colloquio di Lucia con la Madonna, nel momento in cui la santissima Vergine si elevava e che Lucia gridava "Guardate il sole!", le nuvole si aprirono, lasciando vedere il sole come un immenso disco d’argento. Brillava con una intensità mai vista, ma non accecava. Tutto questo durò solo un attimo. L’immensa palla cominciò a "ballare". Come una gigantesca ruota di fuoco, il sole girava velocemente. Si arrestò per un certo tempo, per poi ricominciare a girare su sé stesso vertiginosamente. Quindi i suoi bordi divennero scarlatti e si allontanò nel cielo, come un turbine, spargendo rosse fiamme di fuoco. Questa luce si rifletteva sul suolo, sulle piante, sugli arbusti, sui volti stessi delle persone e sulle vesti, assumendo tonalità scintillanti e colori diversi. Animato per tre volte da un movimento folle, il globo di fuoco parve tremare, scuotersi e precipitarsi zigzagando sulla folla terrorizzata. Il tutto durò circa dieci minuti. Finalmente il sole tornò zigzagando al punto da cui era precipitato, restando di nuovo tranquillo e splendente, con lo stesso fulgore di tutti i giorni.

Il ciclo delle apparizioni era terminato.

Molte persone notarono che le loro vesti, inzuppate dalla pioggia, erano improvvisamente asciugate.

Il miracolo del sole fu osservato anche da numerosi testimoni posti fuori dal luogo delle apparizioni, fino a quaranta chilometri di distanza."

La settima apparizione, promessa dalla Madonna, non si è realizzata.

Questi dunque sono i fatti ricostruiti da suor Lucia, testimone oculare. Francisco e Jacinta, morti entrambi nel 1920 come la Madonna aveva anticipato, non hanno avuto modo di stendere le loro memorie. A loro riguardo si hanno solo testimonianze orali secondo le quali entrambi avrebbero avuto visioni fino all'ultimo. Le testimonianze concernenti Jacinta hanno un qualche interesse. Le une infatti sono dovute a Lucia, che la andava a trovare in ospedale, e alla quale Jacinta comunicava la sua gioia di andare presto in Paradiso, il desiderio di essere raggiunta rapidamente dall'amica, la sua fede nel cuore immacolato di Maria, la stigmatizzazione dei peccati degli uomini e la terribile punizione divina che sarebbe sopravvenuta in conseguenza di essi. Le altre sono dovute ad una suora - madre Maria da Purificação Godinho - che assistette Jacinta dopo che era stata trasferita in un ospedale di Lisbona e prese nota - anche se non sempre letteralmente- delle sue ultime parole. Il tono di queste note cambia radicalmente rispetto a quello ingenuo adottato con Lucia e diventa profetico, come si può rilevare da un esempio:

" La Madonna disse che nel mondo ci sono molte guerre e discordie.Le guerre non sono altro che il castigo per i peccati del mondo. La Madonna non può più trattenere il braccio del suo amato Figliolo sul mondo. Bisogna fare penitenza. Se non si emendano, verrà il castigo. Gesù è profondamente indignato per i peccati e delitti che si commettono in Portogallo. Per questo un terribile cataclisma di ordine sociale minaccia il nostro paese e specialmente la città di Lisbona. Si scatenerà, come pare, una guerra civile di carattere anarchico e comunista, accompagnata da saccheggi, uccisioni, incendi e distruzioni d’ogni specie. La capitale si convertirà in una vera immagine dell’inferno. Nell’occasione in cui la Giustizia divina, offesa, infliggerà tanto spaventoso castigo tutti quelli che potranno fuggano da questa città. Questo castigo, ora predetto, conviene che sia annunziato a poco a poco, con la debita discrezione" (9). Se gli uomini non si emenderanno, la Madonna invierà al mondo un castigo quale non si vide mai e, prima che alle altre nazioni, alla Spagna".

Storia di Suor Lucia

Il 17 giugno 1921 Lucia parte da Aljustrel per Oporto, e viene ricevuta come alunna interna nel Collegio delle Suore Dorotee, a Vilar, alla periferia della città. Il 24 ottobre 1925 entra nell’Istituto di Santa Dorotea, mentre contemporaneamente è ammessa come postulante nel convento di questa stessa congregazione a Tuy, in Spagna, vicino alla frontiera portoghese. Il 2 ottobre 1926 è novizia. Il 3 ottobre 1928 pronuncia i suoi primi voti come sorella conversa. Sei anni dopo, lo stesso giorno di ottobre, emette i voti perpetui. Prende il nome di religione di suor Maria dell’Addolorata.

In occasione della rivoluzione comunista in Spagna, è trasferita, per ragioni di sicurezza, nel Collegio do Sardão, a Vila Nova de Gaia, dove rimane per qualche tempo.

Più tardi, il 20 maggio 1946, suor Lucia può rivedere il luogo delle apparizioni, andando alla Cova da Iria, nella grotta del Cabeço e nel podere dei Valinhos.

Posteriormente, il 25 marzo 1948, ha lasciato l’Istituto di santa Dorotea per entrare nel Carmelo di san Giuseppe, a Coimbra, con il nome di suor Maria Lucia del Cuore Immacolato . Il 13 maggio dello stesso anno ha vestito l’abito di santa Teresa, e il 31 maggio 1949 ha fatto la professione come carmelitana scalza.

Suor Lucia ha continuato ad avere delle apparizioni successivamente al 1917 che, ai fini di questo articolo, sono di minore interesse..

Riferiti a voce alle autorità religiose, i resoconti delle visioni del 1917 sono stati scritti da Lucia a notevole distanza di tempo dalle stesse.

Il 17 dicembre 1927 Lucia andò vicino al tabernacolo, nella cappella della casa delle Dorotee a Tuy, a chiedere a Nostro Signore come avrebbe potuto soddisfare l’ordine del confessore di mettere per iscritto alcune grazie ricevute da Dio, se in esse era racchiuso il segreto che la santissima Vergine le aveva confidato. Gesù con voce chiara, le fece udire queste parole: "Figlia mia, scrivi quanto ti chiedono -e scrivi anche tutto quanto ti ha rivelato la santissima Vergine nella apparizione in cui ha parlato di questa devozione [al Cuore Immacolato di Maria]. Per guanto riguarda il resto del segreto, mantieni il silenzio". In conseguenza dell’ordine così ricevuto, Lucia rivelò quanto era successo nell’apparizione di giugno.

Più tardi, nel 1941, quando il vescovo di Leiria le ordinò di ricordare tutto quanto potesse interessare la storia della vita di Giacinta, per una nuova edizione che si voleva fare stampare, la veggente, avuto il permesso dal Cielo, rivelò due delle tre parti del segreto di luglio.

Ecco le sue parole:

"Il segreto consta di tre cose distinte, di cui sto per rivelarne due.

"La prima, dunque, è stata la visione dell’inferno".

E segue la narrazioni delle due parti del segreto, come le abbiamo riprodotte a suo luogo, riferendo l’apparizione di luglio, Quanto all’altra parte del segreto la veggente l’ha scritta tra il 22 dicembre 1943 e il 9 gennaio 1944, sotto forma di lettera, indirizzata, attraverso il vescovo titolare di Gurza mons. Manuel Maria Ferreira da Silva, che era stato suo confessore a Oporto, al vescovo di Leiria, che allora era mons. José Alves Correia da Silva. Il documento, che secondo dichiarazioni di suor Lucia non doveva essere reso pubblico prima del 1960 (8), fu portato da mons. João Pereira Venancio quando era ancora vescovo ausiliare di Leiria, alla nunziatura apostolica a Lisbona. Da qui, l’allora nunzio a Lisbona, poi cardinale, Fernando Cento, lo portò, tra l’ottobre 1958 e il febbraio 1959, a Roma dove fu letto da Papa Giovanni XXIII e dal cardinale Alfredo Ottaviani, allora prefetto della Sacra Congregazione del Santo Ufficio. Poi il documento fu depositato negli Archivi segreti vaticani.

Il frutto di queste vicissitudini sono quattro memorie redatte nel corso degli anni da suor Lucia. "La prima, scritta su un comune quaderno a righe, è una raccolta di ricordi personali per la biografia di Giacinta. Il 12 settembre 1935, quando fu fatta la esumazione dei resti mortali della piccola veggente di Fatima morta nel 1920, si trovò che il suo volto si conservava incorrotto. Il vescovo di Leiria, mons. José Alves Correia da Silva, inviò a suor Lucia una fotografia scattata in tale occasione ed ella, ringraziando, fece riferimento alle virtù della cugina. Allora il prelato ordinò a suor Lucia di scrivere tutto quanto sapeva della vita di Giacinta, e ne derivò il primo manoscritto, che fu pronto attorno al Natale del 1935. Nell’aprile del 1937, padre Ayres da Fonseca fece notare al vescovo di Leiria che la prima relazione di suor Lucia lasciava supporre l’esistenza di altri dati interessanti, relativi alla apparizione e che restavano sconosciuti. Suor Lucia si mise allora a scrivere, tra il 7 e il 21 novembre di quell’anno -in seguito a un nuovo ordine di mons. José Alves Correia da Silva- la storia della sua vita. In questo secondo scritto parla anche, benché in modo molto succinto delle apparizioni della Madonna, e riferisce, per la prima volta pubblicamente, le apparizioni dell’Angelo. Diverse ragioni l’avevano spinta a tacere, fino ad allora, in proposito: un consiglio dell’arciprete di Olival, don Faustino José Jacinto Ferreira -a cui aveva narrato le apparizioni-, confortato, più tardi, da una raccomandazione dello stesso tenore del vescovo di Leiria- d’altro lato, le critiche e le beffe nate a proposito del racconto delle prime apparizioni dell’Angelo nella primavera e nell’estate del 1915, e i rimproveri severi di sua madre, l’avevano sempre indotta a una grande cautela e discrezione. D’altra parte, colpisce, nelle Memórias di suor Lucia, la sua grande riluttanza a parlare di sé stessa e, di conseguenza, delle apparizioni.

Nel 1941 il vescovo di Leiria ordinò alla veggente di scrivere tutto quanto potesse ancora ricordare a proposito della vita di sua cugina, nella prospettiva di una nuova edizione del libro su Giacinta che il canonico Galamba de Oliveira voleva editare. "Questo ordine -scrive suor Lucia- mi cadde in fondo all’anima come un raggio di luce, dicendomi che era giunto il momento di rivelare le due prime parti del segreto". Così, suor Lucia inizia il suo terzo manoscritto rivelando le parti attualmente note del segreto di Fátima. Poi registra le impressioni da esse causate sullo spirito di Giacinta. La relazione è datata 31 agosto 1941.

Sorpreso da tali rivelazioni, il canonico Galamba de Oliveira giunse alla conclusione che suor Lucia non aveva detto tutto nei documenti precedenti, e sollecitò il vescovo di Leiria a ordinarle di scrivere una storia completa delle apparizioni: "Le ordini, Signor Vescovo [...] di scrivere TUTTO. Ma TUTTO. Che deve fare molti giri in Purgatorio per avere taciuto una cosa tanto importante". Suor Lucia si scusa dicendo che ha sempre agito per ubbidienza. Il canonico Galamba insiste con il vescovo perché le ordini "di dire TUTTO, TUTTO di non nascondere nulla" (facendo così allusione, sembra, anche alla terza parte del segreto). Il vescovo, tuttavia, preferisce non compromettersi: "Questo non lo ordino. Non mi metto in affari di segreti ". E ordina semplicemente alla veggente di fare una narrazione completa delle apparizioni. Allora fu redatto il quarto manoscritto, che porta la data dell’8 dicembre 1941. In esso suor Lucia fa per la prima volta una relazione sistematica e ordinata delle apparizioni, dichiarando, infine, di non avere "avvertitamente" omesso nulla di quanto poteva ricordare, salvo, evidentemente, la terza parte del segreto, che non aveva avuto fino ad allora ordine di rivelare."

Disponiamo dunque di tutti i dati che consentono di procedere ad un’interpretazione dei fatti.

Interpretazione

E' noto in quale misura il problema dei testimoni oculari e degli scritti da essi redatti sia risultato complicato allorchè è stato affrontato criticamente dagli storici. Per quanto oculari, i testimoni interpretano i fatti. Nel corso del tempo poi le memorie vengono di continuo reinterpretate sul filo degli eventi ad essi successici e alla luce del presente. Le distorsioni interpretative, che talora danno agli eventi significati del tutto soggettivi, non vanno ricondotte necessariamente alla mala fede. Sono processi normali di adattamento cognitivo degli eventi alla psicologia individuale conscia e inconscia. Tali processi possono essere naturalmente influenzati dalle interazioni interpersonali.

Non si può dubitare della buona fede di Lucia, Francisco e Jacinta. Ma occore considerare varie circostanze. All'epoca delle visioni si tratta di tre bambini analfabeti che frequentano assiduamente la parrocchia. Non si può escludere pertanto che essi siano rimasti profondamente influenzati da una catechesi di stile biblico vertente sull'inesorabile potere punitivo di Dio. La visione dell'inferno che essi hanno è nel più puro stile medievalistico. La guerra è già in atto, e la possibilità che essa sia stata commentata nel corso delle prediche come espressione dell'iniquità degli uomini e della rabbia divina si può ammettere senza difficoltà. Se teniamo conto che poi in Spagna già si era definita un'aspra frattura tra la Chiesa e il laicismo massone e socialista (il Sindaco di Aljustrel era per l'appunto un massone anticlericale), che il parroco tuonasse contro l'immoralità del mondo non sorprende.

La risonanza delle prime visioni, come ha attivato l'interesse del Sindaco e delle autorità religiose, così ha attivato l'interesse popolare. Alla seconda visione assistono 50 persone, alla terza un numero di varie migliaia. Nessuna di loro vede la Madonna o ascolta le sue parole. Molti di essi rilevano però strani fenomeni naturali che vengono interpretati come probanti. Ma in quale misura lo è il movimento dei ramoscelli, il ronzio delle api, ecc? E i fenomeni straordinari che concludono la terza apparizione sono molto diversi dalla fantasmagoria di un arcobaleno che segue ad un violento temporale campestre? I fenomeni naturali che si sono associati alle visioni vengono interpretate dalla Chiesa come una delle prove del carattere sovrannaturale delle stesse, senza tenere conto che essi possono essere ricondotti semplicemente alla suggestione della massa

Che Lucia, Francisco e Jacinta abbiano avuto delle visioni si può ritenere certo, anche se, data la loro condizione infantile e le diverse influenze di cui si è parlato, per spiegarle non bisogna di certo scomodare il soprannaturale. La psicologia infantile ha spiccati tratti di carattere magico-religioso che, dato un insieme di circostanze, può dare luogo a fenomeni visionari vissuti realisticamente.

Con tutto ciò perchè non accordare credito alla testimonianza di Lucia, che si è mantenuta costante nel corso dei decenni, arricchendosi progressivamente di particolari? Il problema è proprio questo. Non risulta da nessuna parte che le cose che essa ha scritto siano state comunicate prima negli stessi termini. E le memoria, come si è detto, risalgono ad un periodo che va dal 1935 al 1944.

Nell'intervista a Walsh c'è una confessione interessantissima. Interrogata sulla ricezione delle parole dell'Angelo del Portogallo Lucia dice che esse erano indimenticabili. Ma si tratta di preghiere, formule liturgiche. A proposito delle parole della Madonna essa riferisce:

" Quanto alle parole della Madonna, la cosa è differente. Non saprei essere sicura che ogni parola sia esatta. Era piuttosto il senso che veniva a me, ed io misi in parole quello che avevo capito."

La decodificazione dei messaggi non avviene immediatamente bensì nel corso degli anni, allorchè Lucia si è data alla vita monacale e viene sottoposta a continui esami da parte delle autorità religiose finalizzate a stabilire l'attendibilità della sua testimonianza. E' illecito ammettere che questi esami abbiano contribuito alle sue interpretazioni?

La stesura delle memorie avviene tra il 1935 e il 1943, in un'Europa che ha visto prima l'avvento e la diffusione del comunismo, poi l'avvento dei regimi fascisti, il cui primo terreno di scontro è stata la Spagna, infine la seconda guerra mondiale. Non è sorprendente che esse vertano insistentemente sulla Russia e sul pericolo di una diffusione universale del comunismo. E' sorprendente che in esse non vi sia alcun accenno al nazismo. Questa distrazione della Madonna coincide col fatto che la Chiesa si sentiva minacciata dal comunismo e non dal nazismo, col quale ha avuto addirittura qualche connivenza. Non sono stati i fascisti di Franco, appoggiati da Mussolini e da Hitler, a liberare la Spagna dall'incubo rosso?

Sembra probabile che le memorie di Lucia si siano organizzate in virtù di processi inconsci influenzati dalle autorità religiose e che ne abbiano fatti propri gli incubi.

C'è il problema del terzo segreto, che è stato rivelato con gran clamore di recente. Ma il terzo segreto è stato scritto tra il 1943 e il 1944 in un periodo in cui la guerra infuriava, i Sovietici andavano verso la vittoria e accrescevano il loro prestigio agli occhi di tutta l'Europa. La minaccia alla Chiesa e all'uomo vestito di bianco non è dunque incredibile. Né è incredibile che, affidato agli archivi vaticani da molti anni, esso sia stato finalmente rivelato dopo la fine del millennio.

Le profezie di Fatima, miracolose se pronunciate nel 1917, non lo sono affatto in rapporto al periodo in cui si sono tradotte in memorie scritte.

Con ciò non si intende dire che i segreti di Fatima siano una colossale mistificazione, bensì il prodotto di una serie di circostanze psicologiche individuali e collettive, consce e inconsce, sociali e storiche che hanno finito col produrre una credenza che è un'interpretazione ideologica dei fatti. I credenti sono liberi di prestare ad essa fede, ma non di pensare che essa abbia un'inequivocabile evidenza. I non credenti non hanno alcun motivo per sviluppare dei dubbi. I mass-media infine potrebbero semplicemente fare meglio il loro mestiere, informandosi prima di informare.

Maggio 2000