Note di lettura

Pubblico, in forma criptata, i primi 6 capitoli (Introduzione compresa) del saggio sulle emozioni più una premessa che serve a giustificare il titolo, che ritengo definitivo (Il mostro di belle speranze. Viaggio nel “cuore” della mente umana), e ad illustrare le tesi di fondo su cui si articola il lavoro. Chi, avendo letto i primi tre, non intende rileggerli ex-novo, può utilizzare (su Word o Open Office) la funzione di confronto tra documenti in maniera tale da prendere visione delle modifiche apportate (che sono poche, ma, in alcuni punti, sostanziali).

Confermo che, ad oggi, la possibilità di portare a termine la stesura con successo (vale a dire con una corrispondenza testuale almeno minima rispetto agli intenti) mi appare ancora remota. Ciò significa che la pubblicazione di ulteriori capitoli potrà subire una dilazione.

Oltre ai capitoli del saggio, gli aggiornamenti sono densi e - questa volta – apparentemente sganciati dall’attualità (eccezion fatta per la crisi economica internazionale e il caso Englaro: articoli che potranno essere estemporaneamente aggiornati in rapporto all'evolvere degli eventi).

Il problema di cosa significhi la storia nel panorama delle scienze umane e sociali ritengo che debba essere considerato perenne, finché almeno gli uomini non riusciranno a “pensarla”, a concettualizzarla (prospettiva oltre modo remota: la storia, con la matematica, detiene il record delle materie scolastiche meno gradite) e, quindi, a viverla con maggiore consapevolezza. In questa ottica, il contributo degli storici francesi che fanno capo alla scuola de Les Annales si può ritenere una conquista del pensiero umano. Ho più volte confessato l'influenza profonda che su di me ha prodotto l'incontro con i testi degli storici francesi. Continuerò a cercare di chiarire che cosa essi mi hanno insegnato o suggerito.

In virtù delle guerre dichiarate, di quelle striscianti e di un clima di violenza potenziale e reale che si repira dappertutto, il problema dell’aggressività umana intraspecifica è all’ordine del giorno. E’ opportuno dunque affrontare il discorso partendo da K. Lorenz, che lo ha proposto (provocatoriamente) alcuni decenni fa, e analizzare la risposta recente (e insoddisfacente) di P. Zimbardo.

Infinite sono le vie attraverso cui si può esprimere l’“aggressività” umana: una di queste è lo pseudoumanitarismo” della Chiesa. Il caso Englaro è “scandaloso”, ma può consentire almeno di capire come spesso l'applicazione alla condizione umana di principi apparentemente elevati possa provocare effetti paradossali e, al limite, "crudeli".

Per associazione spontanea in rapporto al tema dell'aggressività, avvio una prima riflessione sul Buddismo sulla base di un limpido saggio di Borges (una sorta di improvvisazione di una mente illuminata). E’ nel contesto di quella filosofia, infatti, che si è definito il verbo supremo del non fare male ad alcun essere vivente (ahimsa), che è più ampio della fraternità cristiana (la quale, tra l’altro, originariamente, come attesta ancora oggi l’Islam, era riferita ai fratelli nella fede, agli eletti).

Cosa c’entrino, con tutto ciò, Cassano, il più famoso psichiatra italiano, e Tremonti, l’énfant prodige dell’attuale governo e della nuova destra “rivoluzionaria”, il lettore lo scoprirà da solo. Il successo in Italia, da qualche tempo a questa parte, è un gran brutto segno...

Il prossimo aggiornamento è previsto verso la fine di quest'anno o l'inizio di quello nuovo.